Lui & Lei
Scrivere… perché no? “Primo incontro”


07.03.2025 |
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"Respiro a pieni polmoni, voglio che quell'odore mi rimanga in mente il più a lungo possibile..."
Non parlerò di storie vere, di esperienze ma di fantasie, di cosa sarebbe potuto essere, di come sarebbe potuta andare.Ci siamo conosciuti su una app di incontri. Sono bastati pochi messaggi per metterci d’accordo e conoscersi meglio bevendo qualcosa, nessuno dei due aveva voglia di passare giornate a scriversi messaggini, abbiamo accettato il rischio di non piacerci, il rischio di buttare una serata.
Il posto l’ho lasciato scegliere a te non perché io manchi di iniziativa, ma perché voglio farti sentire sicura e a tuo agio in un posto che conosci e che ti piace. Alla fin fine stai andando a bere qualcosa con un perfetto sconosciuto e non sai cosa aspettarti.
Anche io non so minimamente cosa aspettarmi del resto; sì ho visto le tue foto, ho letto la tua bio.
Mi sei piaciuta, mi hai intrigato e lo ammetto, mi hai arrapato. C’è qualcosa nel tuo profilo che mi fa sangue, ma è solo un impressione, non ho certezze.
Per di più è talmente facile mentire online, puoi scrivere quello che vuoi, scegliere le foto con l’angolo migliore, modificarla a tuo piacimento.
Sarà tutto vero o mi troverò una sorpresa?
Dal mio lato sono tranquillo: non mento online, quello che ha visto è esattamente quello che troverà.
L’unica incognita è che sono in una coppia aperta, sul profilo è omesso e lei non mi ha chiesto nulla. Se mi avesse chiesto qualcosa glielo avrei detto senza problemi; in realtà anche lei non dice nulla sulla sua situazione e io non ho chiesto anche se sul profilo un paio di foto con lo stesso ragazzo ci sono: un amico? L’ex? Il ragazzo? Il marito? Il fratello? Boh, a breve lo scoprirò.
Sono vicino all’ingresso del pub che ha scelto, in anticipo come sempre.
Odio arrivare in ritardo, ma quasi odio di più questi minuti interminabili di attesa. Fumo una sigaretta, cazzeggio al telefono mentre mi godo la piacevole temperatura primaverile.
“E se mi dà buca? E se mi vede e se ne va? E se la vedo e me ne vorrei andare subito?” questi pensieri affollano la mia testa mentre attendo.
La vedo arrivare, l’ansia sparisce subito: ora giochiamoci le nostre carte.
È bella, come nelle foto, forse di più. Sicuramente dal vivo mi ispira ancora più sesso.
Non si è vestita in modo appariscente, è curata, ma tranquilla ,le gambe messe in risalto da degli hot pants che vanno tanto di moda e un tacco non esagerato, elegante. Una semplice magliettina smanicata, dei bracciali e una collana sopra. Semplice e sportiva, ma con il suo portamento molto d’effetto. Wow.
Sono fortunato, il mio jeans e camicia non è né sciatto né eccessivo rispetto a lei, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Sono fortunato, è una donna bella e affascinante che sto per conoscere meglio. Speriamo di continuare ad essere fortunati questa sera.
I primi convenevoli sono imbarazzati, le prime battute quasi forzate per rompere l’atmosfera. I primi minuti sono sempre i più difficili, ci si studia, si cerca di capirsi.
La lista dei cocktail giunge in aiuto, è una scusa utile per sciogliersi un po'. Ad entrambi piace bere e valutando cosa ordinare troviamo il primo terreno fertile di conversazione, ci sbottoniamo, ci rilassiamo.
Ordinando e bevendo il primo giro la conversazione va bene, ridiamo, l’atmosfera è leggera. Sul secondo giro le mani iniziano a sfiorarsi sopra il tavolino, le gambe si avvicinano, si toccano.
Vedo che tentenna, l’atmosfera si fa più tesa , guarda con sempre maggior insistenza la mia mano con la fede. So cosa vuole chiedermi, ma non voglio anticiparla.
Indago su cosa ci sia che la freni, ci giro attorno cercando di farmi chiedere quello che so già vuole chiedermi.
“É quell’anello?” Finalmente mi domanda.
“Sono in una relazione aperta…” rispondo, spiegandole la mia storia di coppia.
Le spiego che la mia compagna sa che sono fuori con lei, che si è raccomandata “comportati bene e non fare lo stronzo”, le dico che se vuole può chiamarla anche ora e che non ci sarebbe nessuno problema.
Si rasserena, glielo leggo in viso, ma rimane un po' sulle sue.
È comunque spiazzata, non se lo aspettava.
Le chiedo la sua situazione. A differenza mia lei è single da poco, ma non è certa di quello che vuole.
Cerco di cambiare argomento, c’è bisogno di alleggerire l’atmosfera, di distrarsi un poco. Penso che la serata sia andata, che lei non sia a proprio agio con la mia situazione relazionale.
Invece mi stupisce chiedendomi “ordiniamo un altro giro?”.
Beviamo e chiacchieriamo, ma la situazione non si sblocca, continuamo a rimanere in quella terra di nessuno dove entrambi non sappiamo cosa fare.
O meglio, io saprei bene cosa vorrei fare ma non voglio pressare nessuna, non voglio metterla a disagio.
“Ti faccio una proposta… mi sembra di capire che ti trovi bene ma la mia situazione ti freni.
Che ne dici se facciamo un test? Un bacio, un solo ed unico bacio e poi deciderai in base a quello che la tua reazione di pancia ti dirà di fare.
Che ne pensi?” Le dico, quindi
Mi sono giocato il tutto per tutto, ma preferisco sapere di che morte morire piuttosto che sentirmi come in una barca in mezzo al mare in tempesta che non sa se finirà sugli scogli o sulla spiaggia accogliente lì accanto.
Mi guarda, sta pensando, sta soppesando la mia proposta, ile labbra leggermente curvate in un sorriso. “Perché no? Mi sembra un buon test e un bacio non ha mai ucciso nessuno” è la sua risposta.
La mia mano scivola sui suoi capelli, si ferma sulla sua guancia mentre mi avvicino, un leggero invito con le dita sul suo viso e accorcia anche lei le distanze. È un bacio lento, sensuale, le nostre bocche che si scoprono, che si assaggiano. Le lingue che si cercano, si abbracciano, si rincorrono. È un bacio che sa di chimica fra i nostri corpi, è un bacio che trasmette belle sensazioni.
Lo interrompo volutamente presto, mi allontano di pochi centimetri dal suo volto per capire cosa ne pensa.
La sua mano raggiunge velocemente la mia nuca e mi attira a sé, sorridendo, per riprendere subito quel bel bacio.
Questa volta dura molto di più, diventa ancora più caldo, quasi porno.
Se non fossimo in mezzo ad un bar non so cosa staremmo già facendo.
I nostri corpi sono sempre più vicini, le bocche che non si vogliono staccare.
Ci fermiamo per darci un contegno, per non rischiare una denuncia.
“Che ne dici se ci spostiamo da qualche altra parte?” Mi dice lei con un sorriso che promette molto bene e mi fa sussultare il cazzo.
Volo in cassa e dopo pochi secondi siamo fuori, appoggiati ad un muro di una stradina laterale, che ci stringiamo, ci baciamo, accarezziamo i nostri corpi da sopra i vestiti.
I nostri bacini si cercano con forza, una mia mano sfiora i suoi seni sotto la maglietta, l’altra passa dai suoi capelli al suo collo, scorre lungo la schiena e si aggrappa a quel bel culo.
Benedetti hotpants! La sua pelle è calda e liscia sotto le mie dita, quella chiappa così soda in cui faccio quasi fatica ad affondare le dita mi fa impazzire.
Le sue mani passano dal mio viso al mio petto, si aggrappano a me, si avvinghiano alla mia testa, non mi vogliono lasciar andare.
Con fatica arriviamo alla macchina, 50 metri di strada che durano mezz’ora, 50 metri percorsi senza riuscire a staccarsi, senza riuscire a togliersi le mani di dosso.
È un orario in cui c’è ancora abbastanza luce e i lampioni non sono ancora accesi, il sole è appena calato e la penombra avvolge tutto. Siamo sempre avvinghiati, appoggiati alla macchina, chi passa potrebbe vedere solo le nostre teste.
Le mani sono sempre più audaci, ora i suoi capezzoli stanno bene fra le mie dita che li hanno raggiunti sotto il reggiseno. Del suo culo non sto più saggiando solo la pelle scoperta dai suoi pantaloncini, gioco con il filo del suo perizoma, mi godo tutto quello che ha da offrire.
La sua mano è sempre più sfacciata e finalmente si aggrappa alla mia erezione, la tasta per bene sopra i jeans, la stringe.
Siamo in preda ad un picco ormonale.
Non sappiamo se darci un contegno o meno, ci lasciamo guidare dall'istinto.
Il suo istinto la fa accovacciare, mi slaccia la cintura mentre mi guarda maliziosa, apre i bottoni che ancora coprono il mio cazzo duro.
In una frazione di secondo sono nudo fino a mezza coscia, un vento fresco che mi accarezza la cappella, il suo sguardo fisso sulla mia erezione, la sua mano che impugna la mia asta e la massaggia lentamente.
Un timido bacio sull’asta, un altro, un altro ancora.
Quei baci quasi innocenti diventano sempre più frequenti, ricoprono tutta la superficie del mio cazzo, arrivano alla cappella.
La lingua si aggiunge alle sue labbra, lo lecca come se fosse ricoperto di crema.
Le piace proprio fare i pompini, lo si capisce subito dalla passione che ci sta mettendo.
È un affare fra lei e il mio cazzo, il mondo ha cessato di esistere per lei, io ho cessato di esistere per lei.
La lascio godere questo pompino, ogni tanto le scosto i capelli, giusto per godermi la vista della sua bocca che mi sta facendo godere, del suo naso schiacciato sul mio ventre mentre mi massaggia la cappella con la gola.
Non mi azzardo a guidarle la testa, non mi azzardo a scoparle la bocca, la lascio comandare, guidare il mio piacere tanto quanrl il suo.
Sì, il suo piacere, ne sono certo perché inizia a mugolare a bocca piena e noto che una sua mano le è sparita in mezzo alle cosce.
Sembra nata per far godere un uomo con la bocca, sembra che per lei il sapore di cazzo, la sua consistenza, siano la cosa più buona sulla faccia della terra.
Non tralascia nulla: palle, pelle, cappella, vene.
Di solito potrebbero succhiarmi il cazzo per ore senza farmi sborrare, ma questa volta no, sono già al limite.
Vuoi la situazione, vuoi l’atmosfera, vuoi quanto è brava, vuoi quanto le piace e mi ritrovo ad avvertirla “se continui così sborro a secondi”.
“Ho sete” mi sussurra guardandomi dal basso con la cappella appoggiata sulla lingua prima di ricominciare a inghiottire, succhiare, aspirare, leccare.
Qui io capitolo.
Un primo fiotto le arriva sulla lingua e subito fa arrivare la cappella in gola per accogliere il secondo e il terzo, prima di ricominciare a far scorrere le labbra lungo tutta l’asta, dolcemente, senza mai fare uscire il cazzo del tutto dalla sua bocca affamata.
Mi sta spremendo tutta la sborra che ho in corpo, la accompagna con la lingua lungo tutta l’asta fino far fuoriuscire anche le più piccole gocce rimaste.
Lecca, bacia, succhia e mi ritrovo col cazzo completamento pulito, lucido di saliva e, di fronte, una donna con lo sguardo soddisfatto e felice.
La faccio alzare e la bacio.
Sento il mio sapore nella sua bocca e sento la sua figa completamente fradicia sotto le mie dita.
Aveva già slacciato gli hot pants per toccarsi e sono andato dritto dentro il suo perizoma, ho volato su quella piccolissima striscia di pelo per arrivare direttamente alla fonte di tutti quegli umori.
“È vero che è tardi… è vero che dobbiamo andare… ma non sei l’unica ad avere sete! Facciamo che ti sdrai sul sedile dietro e lasci che ti saluti come si deve… che ne dici?” Non faccio a tempo a dirlo che sta già aprendo la portiera ed entrando a 4 zampe sul sedile.
Sculetta, sa di avere un gran bel culo e me lo vuole far notare, vuole stamparmi in mente l’immagine di lei che si sfila i pantaloncini e rimane a chiappe nude, un sensualissimo perizoma a dividere quelle due bellissime e sode pesche.
Esagera, appoggia il viso sul sedile e con entrambe le mani se le apre più di quello che già si aprono naturalmente. “Ti piace?” Mi chiede.
Il perizoma è così sottile che vedo tutto di lei, mi innamoro di quella visione.
“Resta così che voglio godermi ancora un poco questo spettacolo” le dico mentre mi avvicino per godermi non solo l’insieme ma anche i dettagli, quella chiazza umida sul tessuto, quel buco che pulsa sotto il filo con il suo respiro.
Mi avvicino e oltre agli occhi anche il naso inizia a godere. Il suo profumo, l’odore della sua eccitazione arriva alle mie narici, arriva diretto nella mia testa, questo piacere primordiale mi colpisce.
Come una dose di droga per chi è in astinenza, ne voglio sempre di più, voglio riempirmi il naso di lei e le scosto il perizoma per godermi il suo culo, quasi la scopo con il naso da quanto voglio respirarla.
Non se lo aspetta, dapprima si ritrae appena,ma poi si appoggia e spinge verso il mio viso.
Un “Sei un porco” ed un gemito escono dalla sua bocca, mentre si apre le chiappe per agevolarmi.
La mia mano scivola per spostarle del tutto l'intimo , il mio naso sfiora le sue carni mentre respiro la sua eccitazione.
È così bagnata che mi sta gocciolando addosso. Respiro a pieni polmoni, voglio che quell'odore mi rimanga in mente il più a lungo possibile.
“Ti respirerei per ore, mi stai mandando ai matti! Ma ora voglio scoprire quanto sei buona” le dico, mentre mi allontano e mi godo questo quadro porno che ho a disposizione.
Ritorno con il naso sulla sua figa, lo appoggio all’entrata e mi fermo.
Un respiro e la mia lingua finalmente inizia a leccare lenta e piena le sue labbra arrivando al clitoride.
La lecco come si lecca il gelato, la lecco per raccoglierne i succhi e gustarmeli. Lentamente, metodicamente.
Una lentezza studiata che faccio fatica a mantenere. È come se assaggiassi per la prima volta un nuovo cibo per scoprire che è la cosa più buona che abbia mai mangiato e divento famelico, ne voglio tanto, ne voglio sempre di più.
La lingua e la bocca si muovono indipendentemente dalla mia volontà, sempre più voluttuose, sempre più affamate, sempre più bramose. Lei gradisce, decisamente.
Sta colando e i suoi gemiti aumentano sempre più, sono ormai un rantolio continuo.
Amo gettare benzina sul fuoco, la ascolto, seguo le sue reazioni, mi concentro sul quando geme di più, voglio percorre nuove strade per farle aumentare i decibel. Aggiungo le dita in alternanza alla bocca per darle più piacere, le sfioro il clitoride con i polpastrelli mentre le scopo la figa con la lingua.
La massaggio dolcemente, mentre le succhio il clitoride. La scopo con le dita mentre le lecco anche il buco del culo. Sperimento, provo, piccole variazioni, piccoli test alla ricerca del suo piacere più alto.
Bingo! Ho la bocca che limona con il suo clitoride e un dito ben dentro ogni suo buco. Non la sto scopando, le sto facendo un massaggio.
Da quando ho iniziato questa manovra, il suo rantolio è diventato un urlo a denti stretti. “Se ti fermi ti ammazzo!” Mi ordina, seguito da un “cazoooooo…. Continua che vengoooooo!!!”.
E chi si ferma? Chi oserebbe fermarsi? Sicuramente non io, non ora, non oggi. In altre circostanze forse, per sadismo e farle riprendere la strada del piacere più tardi, ma oggi no: deve godere, voglio lasciarle il miglior ricordo possibile, voglio lasciarle la voglia di rivedermi.
Sento le contrazioni attorno alle mie dita, sento una colata di piacere che arriva alla mia lingua, il primo orgasmo che la scuote, un urlo strozzato dalle sue stesse mani.
Rallento, bevo, la lascio rifiatare qualche secondo, la lascio rilassare pochi istanti. Poi, lentamente, riprendo ad imporre un leggero crescendo ai miei movimenti. Riprendo a seguire i suoi gemiti, i suoi movimenti.
“Mi vuoi fare morire di piacere?” Mi sussurra.
“Sarebbe una brutta morte?” Le rispondo tra una leccata e l’altra mentre rendo il tutto più incalzante. È decisamente multiorgasmica e da come sta reagendo penso che il secondo arriverà molto in fretta. Ora le dita nella figa sono due, come due sono quelle ben infilate nel culo.
Alterno lo scoparle entrambi i buchi ad una sorta di massaggio interno mentre le sto torturando il clitoride e le labbra con la bocca.
È una combo per lei fatale e con un secondo urlo, questa volta libero, la sento venire di nuovo.
Questo è un orgasmo ancora più forte, mi dà ancora più da bere rispetto al primo.
Si lascia andare sui sedili, è sfatta, stravolta, mentre si gode la mia solerzia nel ripulirla di tutto ciò che è colato da lei.
La lascio rivestire, purtroppo si è fatto tardi e dobbiamo salutarci.
I saluti si dilungano, continuamo a baciarci, a toccarci, non vogliamo separarci, non vogliamo interrompere la serata.
“che ne dici di venirmi a trovare a casa una sera, la settimana prossima ?” Mi chiede tra un bacio e l’altro.
“Che ne dici di venerdì?” Le rispondo.
La sua lingua violenta la mia bocca e la sua mano sul mio cazzo è la sua risposta.
Torniamo alle nostre vite, aspettando venerdì per proseguire con quello che abbiamo iniziato oggi.
Torno a casa con il suo odore, il suo sapore ancora nel naso e sulla lingua, a riempire i miei sensi e tenermi a cazzo duro.
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